E’ divampato un incendio in una struttura che accoglie migranti a Ciudad Juarez, in Messico, al confine con gli Stati Uniti.
Sono almeno 39 le persone che lunedì notte sono rimaste uccise in un incendio divampato in una struttura per migranti in Messico, mentre altre 29 sono rimaste ferite. A comunicarlo, lo Stato di Chihuahua, che ha reso noto che il rogo si è sviluppato dopo che 71 migranti erano stati bloccati in città per essere condotti nel centro.
L’incendio
Secondo quanto comunicato dall’istituto di Ciudad Juarez (Messico), l’incendio è scoppiato al Naonal migration institute poco prima delle 22 ore locali nell’area ricettiva della struttura, vicino al confine texano di El Paso. Sono 39 le vittime registrate fino ad ora, mentre 29 sono rimaste ferite.
Officials confirm to a total of 39 migrants killed and dozens injured after a fire at the National Migration Institute in Ciudad #Juárez #Mexico#Chihuahua pic.twitter.com/dFk5RruuT9
— Breaking News Worldwide (@FelizKarenP1) March 28, 2023
Dalle prime informazioni, la mattina precedente erano avvenuti diversi incidenti all’interno del centro, a seguito di alcune proteste inscenate dai migranti con l’obiettivo di entrare negli Usa, che sono state represse dal personale della struttura.
I limiti degli Usa per i migranti nel Messico
Risale allo scorso dicembre, quando la Corte Suprema degli Stati Uniti ha prorogato fino a maggio una misura (Title 42) che limita la migrazione al confine meridionale. In questo modo è stata legalizzata la possibilità di effettuare quei respingimenti al confine, come d’altronde accadono anche ai confini orientali dell’Unione europea.
La conseguenza è stata però una concentrazione eccessiva di migranti in Messico, che attendono la fine di maggio per attraversare il confine e giungere negli Stati Uniti. Solamente ieri sono stati fermati 94 persone originarie di India, Honduras, Guatemala, El Salvador ed Ecuador, tra le quali i 39 morti nella tragedia della scorsa notte.